Carpineto è stata denominata “Città del Castagno”
Grazie ai suoi vasti boschi, da sempre coltivati
Carpineto presta particolare cura alla salvaguardia dell’ambiente naturale boschivo, dei castagneti in particolare, che costituisce un esclusivo patrimonio rurale di gran pregio paesaggistico.
La castagna è l’incontrastata regina dell’autunno lepino
Buona parte del territorio agrario di Carpineto è ricoperto da fitti castagneti, che trovano l’habitat ideale tra i 400 e i 700 metri s.l.m., ai piedi del monte Capreo.
E’ un frutto che ha segnato profondamente l’evolversi della vita alimentare, religiosa e gastronomica di queste terre. In tempi di calamità o carestie, è stata fonte di sostentamento.
La polpa è ben protetta da una buccia esterna marrone e da una pellicola amara all’interno che va tolta. La pasta del frutto è bianco-avorio. Ha un sapore morbido e un odore inconfondibile.
Allorché, agli inizi di ottobre, i ricci incominciano ad aprirsi, vengono consumate bollite oppure cotte su vivaci bracieri, ottenuti da legna di leccio o meglio ancora di corbezzolo.
Per rendere giusto omaggio alla castagna e al marrone,
l’Amministrazione Comunale dà vita alla Sagra della Caldarrosta
(Prima domenica di novembre)
Nella sagra della caldarrosta, storia, cultura e gastronomia si amalgamano all’insegna del divertimento, nel mentre si riscoprono i sapori e i profumi antichi ma sempre nuovi di una comunità già dedita alle attività silvo – pastorali.
Negli stand, nei ristoranti, nelle hostarie dei Rioni Storici dell’Ente Pallio della Carriera, si degustano ricchi e vari menù, a base di castagne e di marroni, si offrono degustazioni gratuite di caldarroste.
Il profumo si spande tra strade, vicoli e piazze infondendo buonumore ed allegria.